Egitto, economia sempre piu' fragile


 

In un editoriale uscito ad agosto l’Economist ha descritto la situzione dell'economia egiziana in termini drammatici, accusando apertamente il suo presidente, Abdul Fatah Al Sisi, di incompetenza. Secondo il giornale Al Sisi resterebbe in sella solo grazie all’iniezione, politicamente interessata, di petrodollari, da parte delle monarchie sunnite del Golfo.

Nonostante questi aiuti, il deficit è al 7 per cento del Pil, tant’è che l’Egitto ha negoziato un prestito in tre rate del Fondo Monetario Internazionale, per un totale di 12 miliardi di dollari. Ma gli aiuti esterni non si fermano qui: fonti del ministero della Cooperazione egiziana hanno rivelato l'avvio di negoziati con la Cina per avere un altro prestito da 4 miliardi di dollari, 3 dei quali saranno indirizzati verso il settore delle energie rinnovabili e il sistema sanitario. 

La disoccupazione giovanile sfiora il 40 per cento e i laureati hanno minori di possibilità di impiego dei lavoratori meno qualificati. Il settore pubblico è pletorico, quello privato troppo debole per assorbire una domanda di lavoro che cresce di pari passo con l’aumento della popolazione.

Ad aggravare la situazione anche il  venir meno delle condizioni di sicurezza. Il settore che ha pagato il prezzo maggiore è il turismo (meno cinquanta per cento nel primo trimestre 2016), Secondo  l’Economist, il presidente continua a gestire male l’economia e insiste nel difendere la moneta nazionale ma il controllo dei capitali non ha bloccato lo sviluppo del mercato nero per i dollari. Scarseggiano i macchinari industriali, il livello dei prezzi è comunque alto (intorno al 14 per cento) e gli investitori si tengono alla larga dal Paese dei faraoni.

Da canto suo, il presidente egiziano ha promesso di risolvere la crisi delle riserve in valuta estera e del mercato dei cambi entro la fine del 2016. In un'intervista all'emittente televisiva statunitense "Cbs", ha spiegato che il fenomeno del terrorismo ha colpito duramente l'economia. "Il terrorismo ha privato l'Egitto di molte risorse che contribuivano all'economia. I terroristi tentano di destabilizzare il paese per indebolire l'economia e, di conseguenza, influenzare i cittadini e la stabilità dello Stato".

Le riserve nette in valuta estera dell'Egitto si sono dimezzata negli ultimi cinque anni. Gli squilibri nel tasso di cambio della valuta locale hanno notevolmente aumentato il costo per l'importazione di componenti destinati alla produzione locale: un fatto piuttosto grave per l'economia del grande paese arabo, abituato ad importare scorte alimentari e altri beni strategici. Per alleviare la crisi valutaria e arginare il crescere deficit di bilancio, l'Egitto ha avviato negoziati con il Fondo monetario internazionale (Fmi) e ottenere un prestito di 12 miliardi di dollari. "L'accordo con l'Fmi darà credito al programma di riforme economiche adottate dal governo egiziano".